Francesca la mia nuova schiava dicianovenne

Francesca è una ragazza di diciannove anni non molto studiosa, infatti si trova ancora alle scuole superiori essendo stata bocciata due volte.

E’ una mia assidua lettrice, ma fino a questo luglio non aveva trovato il coraggio di contattarmi.

Mi scrive che le sono sempre piaciuti i miei racconti, ma che soprattutto la avevano eccitata le storie che avevo scritto, che desiderava esserne la protagonista anche se le rimaneva ancora un po’ di paura.

Scrivendomi ogni giorno parecchie lettrici che credono di avere un indole della sottomissione che in realtà non hanno, cerco di capirne un po’ di più e di approfondire quello che la eccitava dei miei scritti.

Lei mi dice che la cosa che l’ha attratta di più è la mia severità, una cosa che la eccita molto nel leggere i miei racconti e che avrebbe voluto essere lei al posto delle protagoniste dei miei racconti. Io le faccio notare che i miei racconti sono parzialmente di fantasia e parzialmente reali, o in alcuni casi prendono spunto da fatti reali per dipanare una storia di fantasia. Lei risponde che se lo immaginava e mi chiede una possibilità di essere messa alla prova anche se rimane comunque un po’ di paura.

Decido allora che una possibilità è giusto concederla, ma prima le chiedo una foto per vedere come è fatta: è alta circa 170 centimetri, capelli rossi tinti, un piercing sul naso, uno sulla lingua, una terza scarsa di seno e un delizioso culetto.

Le chiedo se è solita masturbarsi spesso e lei mi dice almeno una volta al giorno, ma ultimamente anche tre volte al giorno.

Penso allora che la prova solita per vedere l’effettiva attitudine alla sottomissione ossia la castità forzata è ancora più adeguata in questo caso in base a quanto mi aveva appena detto, oltre che per la giovane età che rende più difficile il controllo degli istinti.

Le dico subito che da questo momento mi deve dare del lei e chiamarmi padrone e che voglio la passerina completamente depilata.

Mi scrive nel pomeriggio, mostrandomi la passerina che aveva depilato e dicendo che era riuscita a resistere perché impegnata nel banco di frutta della madre, ma domani era lunedì e sarebbe stata molto più dura.

Fu proprio la cosa che si verificò: Francesca mi raccontò che quando tornò a casa accompagnata dal padre di un amica un bell’uomo sulla cinquantina quando questi la fissò con lo sguardo le si bagnarono tutte le mutandine.

Cosa ancora più tremenda visto che suo padre stava dormendo una volta arrivata a casa non poté neanche farsi la doccia, quindi la notte si eccitò ancora di più fino a mettere a dura prova la sua resistenza. Le mutandine bianche che indossava e che mi mostrò la mattina erano completamente inzuppate dei suoi umori.

L’eccitazione era talmente alta che Francesca non ce la fece più a resistere e si masturbò.

Francesca quando disubbidì non si rese però conto della punizione a cui dovette andare incontro: le ordinai di masturbarsi con la spugna di ferro delle pentole, una punizione delle più tremende che mi venne suggerita anni fa da un amica mistress.

La spugna di ferro sulla giovane e fresca passerina di Francesca fu tremenda, soprattutto quando andava a fare pipì e le veniva quasi da piangere dal dolore e dal bruciore che l’urina calda provocava sulle pareti punite della passerina. Francesca mi disse che se avesse saputo quale sarebbe stata la punizione avrebbe cercato di resistere ulteriormente anche se sarebbe stato molto difficile visto come erano inzuppate le sue mutandine e bagnata la sua passerina.

Il dolore comunque passò cominciò a passare già dal giorno dopo fino a scomparire del tutto dopo qualche giorno, ma aveva segnato tremendamente Francesca che avrebbe pensato bene prima di disubbidire al suo padrone e sarebbe diventata una delle mie schiave migliori.

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