Le schiave sessuali all’università 3

Susan tornò da Jack il giorno dopo, contenta di dargli la notizia che anche due sue amiche volevano passare gli esami senza studiare e fare soldi senza fatica. Le descrisse come bionde, di Chelsea e che per un vestito nuovo avrebbero dato via il culo senza tanti problemi.
Jack mostrò un certo scettiscismo mostrandosi meravigliato che delle ragazze di Chelsea avessero bisogno di darla via per avere dei soldi. La risposta di Susan fu lapidaria: loro usano la figa come carta di credito, vogliono essere indipendenti e non chiedere soldi ai genitori, sono molto belle e appena hanno bisogno di soldi cioè quasi sempre cercano qualche amico a cui fare una marchetta, quindi Susan gli fece notare che con loro due non aveva bisogno di sfondare il culo, perché era già aperto a sufficienza.
Con Susan invece l’allargamento del culo andò avanti per un altro po’ fino a che Jack decise che era giunta anche per lei il momento di produrre.
Jack fece venire a casa le due amiche di Susan per l’esame di ammissione, mentre i professori cominciavano a pressarlo perché dovevano organizzare dei convegni scientifici e intendevano sfruttare fino in fondo la disponibilità delle case farmaceutiche a sponsorizzare ogni richiesta.
Le amiche di Susan avevano esperienza come hostess sia dentro che fuori dai letti e Jack affidò a loro l’organizzazione di congressi con il conseguente arrivo di una flotta di hostess tutte amiche di amiche e tutte con una facilità a calarsi le mutandine come quella di una persona normale a bersi un caffè.
Una giorno però Jennifer telefonò a Jack dicendogli che una ragazza aveva portato un amica e questa meritava che a esaminarla fosse lui.
Incuriosito dall’insistenza di Jennifer, jack decise di accettare e il giorno dopo Maria così si chiamava la ragazza venne a casa sua.
Maria era veramente un bel bocconcino, diciotto anni appena compiuti, ma a prima vista sembrava averne quattordici. Era alta, ma con un corpo molto molto magro, sembrava proprio una bambolina. Il suo era il caso di una ragazza appena arrivata all’università dall’India senza un euro in tasca, ma intenzionata a non tornare indietro.
Le disse di spogliarsi e in un attimo si tolse il vestitino sotto cui non portava nulla. Appena nuda si avvicinò a Jack, prendendo le sue mani e avvicinandole alle sue tette. Jack le stritolò i capezzoli facendole male.
Maria gli chiese di andare a letto con lei, ma si prese un schiaffo pesante da parte di Jack che le disse che lei era solo una zoccoletta e una serva e che quello che doveva fare lo decideva lui.
La reazione di Maria fu molto eccitante, quasi da puttana navigata, infatti disse si padrone.
Jack allora le disse di andare a letto ed aspettarlo chiedendole se era veramente ancora vergine. Lei rispose di si che si era conservata vergine per il padrone che avesse voluto prenderla come schiava, che solo una volta aveva baciato il cazzo di un ragazzo e da allora si era promessa che non l’avrebbe più fatto gratis.
Jack decise di dedicarsi alla sua fighetta vergine. Scopare una verginella è il massimo del piacere non solo per il gusto di sentire la fighetta che si rompe e che ti permette di dilagare, ma perché sai che sei il primo e la ragazzina si ricorderà per sempre di te. Sai che le rimarrà impresso come la scopi, perché non ha termini di paragone e tutti gli altri verranno paragonati a te.
Poi Jack le disse di farli un pompino visto che aveva detto di saperli fare. Maria rispose di no che aveva solo baciato un cazzo, ma era molto più piccolo di quello del padrone. Jack glielo infilò in bocca, non avendo il bisogno di chiuderla perché il cazzo gliela occupava tutta. Jack la insultò poi per la sua passività dicendole che quando aveva il cazzo in bocca doveva cercarlo con la lingua e farlo divertire. Maria cercava di fare quello che poteva, ma si vedeva che era la prima volta.
Quando Jack sborrò le disse che doveva leccare via tutto l’umido, che doveva assaporarlo, perché è il sapore del suo padrone. Poi Jack tolse il cazzo dalla sua bocca per rimetterglielo nella fighetta scaraventandosi addosso a lei con violenza, si vedeva che le faceva male, che non riusciva a resistere, infatti insultò Jack dicendogli che era un disgraziato, che le faceva male che voleva si fermasse.
Jack allora le disse che forse credeva che fare la puttana mantenuta fosse una passeggiata e che se lo voleva fare doveva tenere le gambe aperte quando lo voleva lui e che se non le piaceva non gliene fregava un cazzo.
Maria provò a chiedergli scusa, ma Jack decise di punirla sverginandole anche il culo senza alcuna lubrificazione, il suo culetto si aprì come lo stracchino quando è colpito da un coltello. Quando affondava sentiva le Chiappette sbattere sul ventre.
Maria lo implorò di smettere, ma Jack le disse che se avesse smesso se ne doveva andare via e che di troie come lei ne trovava quante voleva. Maria ci pensò un po’ e piangendo disse che poteva continuare, ma a jack non bastò le ordinò di dire che col suo corpo aveva diritto di farci i comodi che voleva. Maria chiese di essere perdonata, che lui era il padrone e poteva fare quello che voleva.
Jack rimase con il cazzo dentro il suo culo sbattendola a scatti per farle ancora più male fino a quando si stufò dicendole che per oggi aveva il pomeriggio libero.