Ho vinto la scommessa con Giusy sulla partita secondo capitolo

 

per chi volesse contattare, fare commenti, insultare, dire qualsiasi cosa alla protagonista può scrivere a giusyna87@protonmail.com

La partita ormai stava per iniziare, io mi sentivo abbastanza sicuro di me e soprattutto della prestazione del Milan soprattutto per la vittoria strabordante in campionato, la vittoria dell’andata e la mentalità vincente del Milan nelle partite di coppa.

Nonostante questa mia sicurezza, i primi minuti della partita un minimo di tensione me l’avevano procurato, dato che il Napoli aveva iniziato molto bene la partita lanciandosi all’attacco.

Passati i primi dieci minuti aspettai qualche secondo e dissi” Giusy non ti pare di dimenticarti qualcosa?”

Giusy rispose “cosa?”

Probabilmente era talmente tesa nel guardare la partita e il destino inesorabile che le stava per toccare che non si era accorta che erano passati i primi dieci minuti.

Le dissi “Sono passati i primi dieci minuti senza goal del Napoli”

Giusy mi sorrise e disse “hai ragione” e sbottonò il primo bottone. Si cominciava a vedere la parte superiore delle tette, anche se non si vedeva ancora il reggiseno, quello che fino ad allora Giusy mi aveva solo fatto annusare con la sua spocchia, stava cominciando a diventare realtà.

Passati altri dieci minuti la guardai negli occhi, lei fece finta di niente, poi con sguardo perfido guardai l’orologio, lei capì, mi sorrise e sbottonò un altro bottone.

Adesso si vedeva il bordo del reggiseno, il momento della mia vendetta si avvicinava sempre di più e dissi “bene, bel colore, azzurro Napoli, stai mantenendo i patti, sei una donna di parola”. Nel dirlo sorridevo beffardamente guardandole le tette e poi il resto del corpo, in compenso lei mi rivolse lo sguardo non più nella maniera arrogante con cui lo faceva di solito e sentiva per la prima volta che alla fine della serata avrebbe potuto capitolare, ma cercava non darlo a vedere guardandomi dritto sulla faccia.

Al ventunesimo minuti l’arbitro fischia un rigore al Milan per un fallo su Leao. Quando Giroud lo sbagliò Giusy esultò come non l’avevo mai vista, probabilmente una minima residua speranza di sfangarla stava prendendo corpo su di lei.

Un contraccolpo però lo subii pure io, ero visibilmente arrabbiato per il rigore sbagliato che per uno che non si arrabbia mai, che non perde mai la calma come il sottoscritto, perché pensa che arrabbiarsi è dare soddisfazione è un bello smacco.

Giusy se ne accorse subito e disse “adesso la partita cambia, che sfigati non segnate neanche i rigori che vi regalano, quella di oggi sarà una nuova Istambul!”

Il Napoli attaccava in continuazione nella speranza di ribaltare il risultato, ma era solo possesso di palla inconcludente. Il tempo però trascorreva incessante, quando stavano per avvicinarsi gli ulteriori dieci minuti dissi “5,4,3,2,1” e la guardai senza dire nulla.

Giusy disse “che culo di merda avete sei solo un porco!”

Io risposi “Certe parole non stanno bene nelle labbra di una signora di classe, ma ti ringrazio per il complimento che hai profferito”

Giusy si sbottonò ancora, ormai si vedeva chiaramente il reggiseno con i colori sociali del Napoli con mia enorme soddisfazione.

Io dissi “ma guarda che belle tette ha la mia collega napoletana, sembrano quelle di una mucca”

Poco dopo arrivò il goal del Milan, mi buttai per terra dalla gioia iniziando a ballare e saltare come un forsennato, vergognandomi anche un po’ di aver perso il self control in quella maniera pregustando quello che potrebbe succedere a fine partita e che per molto tempo avevo solamente annusato.

Giusy mise le mani sul volto e le braccia strinsero le tette che strabordavano un po’ da sopra il reggiseno.

Le dissi” Preparati a sottometterti Giusy”

Lei rispose” Sei un solo un maiale pieno di culo”

Le risposi” grazie del complimento”

Poco dopo arrivò quello che sembrò il goal del Napoli e Giusy stava già riabbottonandosi, ma il goal fu annullato dal Var”

Le dissi “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi, tu invece sbottonati di nuovo”

Giusy rispose” sei un grande bastardo”

Le dissi “la varietà dei complimenti con cui mi stai riempiendo stasera, mi rende molto felice”

Intanto era passato il quarantesimo minuto e Giusy ormai aveva cominciato a comportarsi come da accordi senza ulteriori input fino a sussurrare impercettibilmente “cazzo che vergogna”

Io le dissi ormai sensibilmente eccitato per la situazione” ho sentito cosa hai detto, sono più espressioni che usa una cagna, più che quelle di una signora, ma forse è quella la tua natura”

A un certo punto arriva però il colpo di grazie per Giusy: il goal del Milan.

“come ti senti Giusy? È un colpo duro vero?” le dissi

Lei rispose “questo goal è stato un colpo veramente tremendo”

Io in modo sarcastico feci una battuta” saranno ben altri i colpi duri che dovrai subire!”

All’intervallo bevemmo dal minibar della stanza d’albergo uno spumante Chiaretto di Bardolino rosato e dissi “avresti mai immaginato di stare in mia compagnia vestito in questa maniera.”

Giusy con poca convinzione mi rispose “alla ripresa segniamo, mi rivesto e la ribaltiamo, fosse anche ai rigori, anzi meglio se fosse ai rigori”

La mia sensazione era però che il suo maggiore pensiero era qual era la cosa che si doveva togliere passati altri dieci minuti per provare meno vergogna.

Ricominciò intanto il secondo tempo e cinquantesimo e dico “forza bella napoletana che prima ti faccio spogliare tutta poi te lo metto in bocca, facendoti ingoiare tutta la mia sbroda, per non parlare di cosa metterò dentro i tuoi orifizi”.

Giusy diventa rossa dalla vergogna, si toglie la gonna e va a riporla sulla sedia, camminando con grande eleganza per la stanza, cercando di recuperare un po’ della classe che ormai aveva perduto.

Le guardo il culo e le dico “un opera d’arte, adesso so cosa ti farò dopo che mi avrai sugato il cazzo”

Lei mi guarda con uno sguardo schifato, ma che aveva perso tutto lo snobismo, l’altezzosità e l’arroganza che aveva mostrato nei miei confronti e le dico volendo infierire “che intimo da cagna che porti”.

Lei allora mi dice” ero sicura che avremo segnato subito e vinto”

Io le risposi con la celebre frase di Barack Obama” il meglio deve ancora venire”

I minuti passano, Giusy è sempre più agitata. Arriva il sessantesimo minuto si toglie le scarpe, si sfila le calze e si rimette le scarpe.

La fisso, ho colto che indossa solo l’intimo, più le sue bellissime scarpe. Le dico “che bella la mia collega, ho sempre sognato di vederla così”

Le mi risponde “sei un bastardo”.

Io le dico “ti ho immaginato più volte così dopo che abbiamo fatto la scommessa”

Giusy ormai sente la sconfitta che si avvicina inesorabile, vuole sempre vincere ma capisce che questa volta non sarà così.

 

Quando arriva il settantesimo minuto suona il cellulare di Giusy: è il suo fidanzato. Gli dice che sta vedendo la partita, mentre io sorrido pensando alla situazione che si è venuta a creare.

Intanto è il settantesimo minuto e Giusy si toglie le scarpe. Intorno al settantottesimo spegne il telefono. In breve tempo arriviamo all’ottantesimo e dico “adesso cosa togli”.

Giusy porta le mani dietro la schiena e si toglie il reggiseno coprendosele poi con le braccia e io dico” che belle tette sembrano rifatte, ma a contrario di quelle rifatte potrò torturarti i capezzoli senza rischiare che esplodano le protesi!”

Due minuti dopo rigore per il Napoli e il possibile pareggio pare a portata di mano. Giusy esalta come una pazza senza accorgersi di essere nuda, si ricopre le tette con le braccia e dice “mi rivestirò appena segnerà il Napoli di nuovo e poi ci saranno almeno dieci minuti di recupero.”

Io resto in silenzio, ma Khavara sbaglia il rigore e  dico “ per tre giorni sarai la mia schiava altro che premio”

A un certo punto dico è il novantesimo e mi pare che è il momento che ti devi togliere ogni cosa.

Giusy non dice nulla e si toglie il perizoma, poi il Napoli segna davvero, Giusy esulta facendosi vedere in tutto il suo splendore, dopo 30 secondi l’arbitro fischia la fine.

Ho vinto la scommessa, per Giusy è finita le darò la lezione che merita.

 

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