Master William e Mistress Elizabeth reclutano una nuova schiava 1
Master William aveva 30 anni, e pesava 86 kg. La sua compagna Mistress Elizabeth, aveva 28 anni, era alta un metro e settanta e pesava 56 kg, con capelli castano scuro lunghi fino alle spalle e due belle tette che amava mettere in mostra. Tutto sommato erano una tipica giovane coppia di giovani esibizionisti. Una coppia a cui piaceva l’addestramento e il mantenimento di giovani schiavi.
Come si deduce dal loro appellativo, William e Elizabeth vivevano uno stile di vita basato sull’addestramento e sul dominio degli schiavi, ma soprattutto delle schiave. Giovani donne che accoglievano in casa loro con il pretesto di aiutarle in un periodo difficile della vita della loro vita.
Una volta arrivate da loro, le ragazze se ne andavano solo quando venivano vendute o morivano.
William ed Elizabeth vivevano in una grande casa di campagna nello Yorkshire con tre piani, compreso un seminterrato. A causa del loro stile di vita come Master e Mistress, la loro casa è stata progettata e costruita con un ampio sistema TV a circuito chiuso, serrature magnetiche attivate elettronicamente su tutte le porte e varie altre misure di sicurezza. C’erano anche diverse stanze nascoste, le più utilizzate erano in una prigione insonorizzata come un seminterrato. Si poteva accedervi solo tramite una scala nascosta dietro un pannello scorrevole nello studio. Il seminterrato era stato suddiviso in tanti piccoli ambienti che andavano dalla semplice cella ad una comoda camera da letto.
In una sera d’estate, William ed Elizabeth erano annoiati in quanto non avevano nessuno con cui giocare, infatti un altro padrone aveva fatto loro un’offerta troppo interessante da poter essere rifiutata per quanto riguardava la loro schiava migliore una ragazza di capelli rossi di 18 anni.
Con la loro casa così vuota decisero di uscire a cena in un ristorante di lusso appena fuori York.
William ed Elizabeth erano seduti vicino a una finestra da cui c’era una bellissima vista del fiume e del parco che si trovavano li vicino. Mentre il sole tramontava, a luna piena inondava l’intera scena di una luce soffusa. Quel chiarore lunare consentiva una buona visibilità del parco.
Dopo aver ordinato da bere, iniziarono a chiacchierare tranquillamente su dove avrebbero trovato la loro prossima “compagna di giochi”. “Compagna di giochi” era un termine che usavano al posto di “schiava” quando erano in pubblico.
Era molto costoso comprare una schiava già addestrata. Inoltre, le schiave precedentemente possedute richiedevano sempre tempo e sforzi per essere addestrate. Avevano infatti tutte delle cattive abitudini da eliminare. Pensarono che se avessero dovuto prendersi tutta la briga di addestrare un’altra schiava, avrebbe potuto anche essere una nuova.
Alla fine, William disse “Immagino che dovremo solo trovare una nuova ragazza da addestrare, Elizabeth. So che a volte è difficile trovarla, ma addestrare una nuova ragazza è sempre così divertente.”
“Hai ragione come al solito, William. Vorrei solo che avessimo qualcuno con cui giocare stasera.” Elizabeth sospirò.
“Lo so, cara. Sii paziente. Qualcuno arriverà abbastanza presto. Lo fanno sempre. Potrebbe volerci un po’, ma poi non troviamo sempre una ragazza da addestrare?” William consolò sua moglie mentre finivano il loro primo drink.
“Lo so, ma mi piacerebbe davvero avere qualcuno con cui giocare stasera.” si lamentò Elizabeth.
Il cameriere tornò e ordinarono delle bistecche per cena insieme a un altro drink. Mentre il cameriere usciva per prendere da bere, William ed Elizabeth si tenevano per mano e guardavano fuori dalla finestra il vicino parco.
Dopo diversi minuti trascorsi a guardare verso il parco, Elizabeth esclamò eccitata in un sussurro forzato. “William, hai visto?”
“Visto cosa cara?” Chiese.
“Laggiù. Vicino a quel piccolo gruppo di alberi al confine del parco, c’è una ragazza tra quegli alberi, e sembra che ci stia guardando.”
“Sì! La vedo. Sembra che ci guardi, o almeno sembra che guardi questo ristorante. Credi che abbia fame?” chiese William.
“Lo spero. caro, perché non vai a vedere se vuole unirsi a noi per cena. Possiamo decidere se si adatta alle nostre esigenze durante la cena.”
William sorrise ad Elizabeth, le baciò la mano e scivolò fuori dalla porta laterale del ristorante. Si avvicinò silenziosamente al gruppo di alberi lateralmente. Prima ancora che la ragazza si rendesse conto della sua presenza, William era alle sue spalle. I suoi vestiti erano sporchi, e lo era anche lei. La ragazza aveva davvero bisogno di un bagno. Sebbene non puzzasse, aveva un odore un po’ strano. Aveva il viso sporco di terra, i capelli biondo miele arruffati e i suoi vestiti sembravano essere indossati da diversi giorni.
Parlò piano. “Ciao! Mi chiamo William.”
Come sembrando sorpresa, la ragazza saltò e si voltò verso un William sorridente. “Io… io… mi dispiace. Non volevo disturbarti. Adesso vado.”
“Hai fame? Vuoi unirti a me e mia moglie per cena?” chiese William.
Chinando la testa, rispose. “No. Adesso vado.”
“Sciocchezze! Sembri affamata. Quando è stata l’ultima volta che hai mangiato qualcosa? Non importa! Verrai con noi a cena, vero?” William insistì.
La ragazza rispose. “Ho fame, ma non sono vestita per entrare in un posto così carino.”
Tendendo la mano alla giovane con la sua voce imponente, William insistette.
Esitò brevemente, ma poi mise timidamente la mano tremante nella forte presa di William. Lei non se ne rendeva conto, ma William sì. Aveva appena obbedito al suo primo ordine.
Mentre William la conduceva attraverso la porta d’ingresso del ristorante, furono avvicinati dal capo cameriere. “Signore, mi dispiace, ma qui abbiamo un codice di abbigliamento. La signorina non lo rispetta. Temo che dovrà andarsene.”
La ragazza fece per girarsi, ma William le tenne fermamente la mano. Frugando in tasca, tirò fuori una banconota da 50 sterline porgendola al cameriere e disse. “Credo che i vestiti della signorina siano più che sufficienti per stasera. Non è vero?”
Il cameriere guardò i cinquanta, se li mise in tasca e, con un sorriso, disse alla ragazza. “Buona cena, signora.”
La giovane donna sorrise a William e gli strinse la mano un po’ più forte.
William accompagnò la ragazza al tavolo vicino alla finestra dove era seduta Elizabeth. La donna si alzò e indicò alla ragazza di sedersi accanto alla finestra. “Siediti qui, mia cara.”. “Spero non ti dispiaccia, ma quando ti ho visto arrivare con William, ti ho ordinato una bistecca per cena. Come ti chiami, mia cara?”
“Susan, signora. Grazie per avermi invitato a cena.”
“Bene Susan, cosa ti ha portato a nasconderti tra quegli alberi stasera? Ti stavi nascondendo, vero? Ti stai nascondendo da un marito o un fidanzato arrabbiato, o forse dalla legge?” chiese Elizabeth.
“Oh no, signora. Non è niente del genere. Non ho un ragazzo e sono troppo giovane per avere un marito.” Susane ridacchiò.
“E la legge? Ti stai nascondendo dalla legge?” chiese William.
Elizabeth notò che l’ultima domanda di William sembrava aver toccato un nervo scoperto di Susan. Mise un braccio attorno alla ragazza e con un sorriso chiese. “Quindi stai fuggendo dalla legge, eh? Che cosa hai fatto? Rapinare una banca, uccidere qualcuno, farti coinvolgere nello spaccio di droga? Va bene. Puoi dirmelo. William e io non ti denunceremmo mai. A proposito insomma, quanti anni hai, Susan?”
Susan esitò.
Elizabeth la abbracciò e usò una voce che trasudava autorità. “Ebbene? Che cosa hai fatto?”
“Mi dispiace signora. Non è assolutamente niente del genere. Due giorni fa sono scappata da una casa-famiglia. Ho solo 16 anni e ho paura che qualcuno chiami la polizia.” .”
“Casa-famiglia? Che tipo di casa-famiglia, Susan?” chiese William.
Susan abbassò la testa ma non disse nulla.
Con fermezza, chiese Elizabeth. “Susan, come possiamo aiutarti se taci? Rispondimi, per favore!”
Susan ingoiò un boccone di bistecca e rispose. “Sì, signora. Era una casa per adolescenti problematici. Mia mamma aveva detto che non poteva più sopportare me o le mie discussioni. Non le piacevano i miei amici e mi sgridava quando uscivo con loro. Ha detto che erano guai. Alcuni dei miei amici si erano messi nei guai, ma io non avevo mai fatto niente di male per essere messa in quella specie di prigione. Aveva detto che sarebbe venuta a prendermi quando avessi imparato a smettere di litigare con lei.” Le lacrime avevano cominciato a scorrere lungo le guance di Susan mentre raccontava la sua storia.
“Quindi tua madre ti ha semplicemente buttato via come tanta spazzatura!” Elizabeth enfatizzava la parola “spazzatura”.
Susan continuò a chinare la testa e disse. “Credo di sì.”
William sorrise e strizzò l’occhio a Elizabeth che quasi impercettibilmente annuì. Avevano silenziosamente concordato che Susan avrebbe soddisfatto i loro bisogni e sarebbe stata la loro prossima schiava.
Con un sorriso, Elizabeth lo disse a Susan. “Finisci la tua bistecca, cara. Verrai a casa con noi per un po’. Potrai farti una doccia e ti porterò a comprare dei vestiti nuovi. Quello che indossi hanno visto giorni migliori.”
“Non so se…”
“È deciso!” Susan fu interrotta da Elizabeth. Con uno sguardo tagliente.
“Resterai con noi per un po’. D’accordo?”
“Sì signora.” Susan stava imparando presto a non discutere con William ed Elizabeth.
“Così va molto meglio. Anche a noi non piace litigare, ma non ti butteremo via come ha fatto tua madre. Ti insegneremo perché è meglio che tu non litighi con noi.”
Ciò che Elizabeth intendeva era che avrebbero addestrato Susan a obbedire a tutti i loro comandi senza domande o discussioni. Un comportamento ostinato o polemico si tradurrebbe presto in dolorose misure disciplinari.
La interruppe William. “Se voi ragazze avete finito di chiacchierare, andiamo. Voglio tornare a casa in tempo per guardare la partita in TV. Voi due potete andare a fare shopping mentre la partita è in corso.”
“Sì, signore. Sei pronta, Susan?” la ragazza rispose con un sorriso sulle labbra.
“Sì signora.” Susan rispose.
“Va bene allora, andiamo!” disse fermamente William. Lasciando i soldi sul tavolo per pagare il conto e una bella mancia, si alzò e condusse Elizabeth e l’adolescente alla sua macchina.
Il viaggio verso la casa di William ed Elizabeth fu tranquillo. Susan rimase molto colpita dalla loro grande casa di campagna in pietra. Essendo una ragazza di città, era particolarmente colpita da tutto il terreno e dai grandi alberi che circondavano la casa.
Non appena furono in casa, William scomparve nella sua tana. Lo studio era una grande stanza che trasudava gusti apertamente maschili. Il pavimento era coperto da un tappeto a pelo lungo che sembrava colare tra le dita dei piedi quando si camminava a piedi nudi. Alle pareti della stanza erano appesi diversi dipinti erotici di donne nude in varie pose provocanti. Entrando nello studio, nell’angolo in fondo a destra c’era una grande scrivania in ciliegio scuro. Dietro c’era una libreria larga fino al soffitto, era piena di libri che approfondivano varie forme di attività sessuali.
Nell’angolo più a sinistra c’era un divano di pelle scura lungo più di un metro e ottanta. Tra la scrivania e il divano c’era un armadietto chiuso a chiave contenente i componenti elettronici che controllavano la TV, l’impianto stereo della casa, le apparecchiature di registrazione audio e video e i controlli di sicurezza interni ed esterni. Sulla parete di fronte alla scrivania e al divano c’era un enorme televisore al plasma.
Elizabeth ora portò Susan di sopra in bagno. Dopo aver indicato a Susan l’armadio della biancheria e la fornitura di vari shampoo, balsami e profumi, le disse. “Sentiti libera di usare tutte le cose qui che vuoi. Ti presterò dei vestiti da indossare finché non andremo a fare shopping”
Con una lacrima agli occhi e la voce tremante, Susan disse a Elizabeth. “Grazie mille. Non so come potrò mai ripagare te e William per la vostra gentilezza.”
“Non preoccuparti per ora. Ora, entra nella doccia e pulisciti. Ne hai davvero bisogno, lo sai Poi, mentre lasciava il bagno, Elizabeth ridacchiò e sussurrò sottovoce. “Sono sicura che possiamo pensare ad alcuni modi interessanti per ripagarci.”
Elizabeth lasciò Susan e raggiunse William nello studio. Il grande schermo televisivo era acceso, ma quello che stava guardando non era una partita. L’enorme schermo era illuminato da una TV a circuito chiuso. Le loro telecamere interne e il sistema di registrazione erano stati attivati e Susan era l’attrazione principale.
Elizabeth entrò nello studio proprio mentre William osservava Susan gettare il reggiseno nella cesta. Susan aveva rivelato un paio di tette sode con piccoli capezzoli rosa. L’adolescente poi aveva fatto scivolare le mutandine sporche dai fianchi e lungo le gambe snelle. Mentre si chinava per togliersi le mutandine dai piedi, puntava il suo sedere rotondo e stretto direttamente verso una telecamera nascosta nel rivestimento del muro del bagno.
“Oh mio!” esclamò Elizabeth. “Ha un culo così carino. E guarda quanto sono sode le sue tette. Adorerò succhiare quelle adorabili tette da adolescente.”
William ce l’aveva già duro. Mentre se lo strofinava sui pantaloni, osservò. “E mi divertirò a scopare a sangue quella figa e quel culo. Non credi che sia una ciliegia?”
Mentre Susan entrava nella doccia e William cambiava telecamera, disse Elizabeth. “Non lo so, William. Mi chiedo se abbia mai succhiato un cazzo o leccato una fica. Non importa! Lo farà molto presto.”
“Sono felice che ti piaccia, Elizabeth. Adesso stai zitta e goditi lo spettacolo.” disse.