la morte e la scomparsa delle modelle viene da Facebook: La festa a casa del manager milanese
La prima prova per le aspiranti modelle o meglio per le modelle fallite trasformatesi in Escort bdsm fu la festa che si sarebbe tenuta a casa di un importante manager bresciano parecchio danaroso, molto amico di Marco sempre alla ricerca di carne fresca per le feste che lui e la moglie davano nella loro villa per un pubblico molto selezionato di amici.
I partecipanti alla festa erano tutti dominanti sia uomini che donne, e sarebbe stato importante per Marco che le sue Escort facessero una bella figura essendo i padroni di casa due importanti manager di levatura internazionale, ben introdotti in un giro di appassionati di schiave a pagamento possibilmente molto masochiste, molto fresche e novizie.
Le ragazze vennero accompagnate alla villa da macchine diverse, tutte con i vetri oscurati e con un abbigliamento che avrebbe dovuto lasciare davvero poco all’immaginazione.
Una volta arrivate alla villa furono portate in un enorme salone dove i padroni di casa le presentarono ai loro ospiti visibilmente soddisfatti della merce fresca che ancora volta era stata messa a loro disposizione.
Il salone era un vero e proprio dungeon con croci di sant’Andrea, gogne, diverse ciotole, un tappetto con dei supporti per le braccia per praticare il trampling su un tappetto di schiave, non poteva non mancare inoltre un lettino per la cera.
I padroni di casa misero le schiave a mangiare e bere da delle ciotole, ma quasi tutte non riuscirono a fare a meno di sporcare di cibo e acqua tutto il loro corpo e il pavimento non essendo abituate a mangiare come delle vere cagne, allora i padroni di casa, lanciarono un invito ai loro ospiti a proporre delle punizioni esemplari. Le più gettonate furono la frusta a nerbo bue e punire i sederini delle ragazze con la stecca di bambù, i padroni di casa visto che non era presente una larga maggioranza tra i loro ospiti proposero una votazione misero sopra il tavolo la stecca di bambù e la frusta a nerbo di bue. La presenza della frusta a nerbo di bue terrorizzò le ragazze, infatti la frusta a nerbo a bue è realizzata non il tessuto nervoso di un bue, ma con un pene di toro essiccato e normalmente e il suo uso precipuo sarebbe quello di domare i cavalli più scontrosi, tirarono un sospiro di sollievo quando videro che prevalse la stecca di bambù.
Il padrone di casa quindi ordinò alle ragazze di sdraiarsi a pancia in giù nella posizione giusta per punire i loro sederini: ognuna delle ragazze avrebbe dovuto subire cinquanta colpi con la stecca contandole in modo che si sentisse bene il loro scandire i numeri, anche da parte del pubblico fino all’ultimo colpo. Alcune delle ragazze non riuscendo a contare bene dal dolore ricevettero ancora più colpi essendo ricominciato il conteggio da zero quando non avevano scandito bene il numero.
La seconda prova che subirono le ragazze fu la cosiddetta prova della pipì, dieci persone scelte tra il pubblico avrebbero pisciato nelle loro bocche, e avrebbero dovuto ingoiare tutta la pipì dando anche l’impressione di farlo con gioia, tripudio, non schifo e vomito.
Dopo quello che avevano subito pensavano che non sarebbe stata una prova difficile, ma le dieci persone scelte avevano bevuto molto ed erano da un po’ che non urinavano quindi la pipì da ingurgitare dalle ragazze fu molta e nessuna di loro riuscì a farlo con il gaudio che era stato loro ordinato quindi si rese necessaria una nuova punizione.
Questa volta le punizioni che ottennero maggior consenso nel pubblico furono la tortura delle tette con gli anelli delle tende e la stecca di bambù sulla passerina. Entrambe le punizioni erano tremende e di certo era difficile capire per le ragazze quale delle due fosse la peggiore. Vinse di stretta misura la tortura delle tette con gli anelli delle tende. Gli anelli delle tende sono quelli anelli che consentono di attaccare la tenda bastone e stringono più di mollette, attaccapanni o di qualsiasi altro oggetto si possa immaginare.
Le ragazze vennero legate alla crocia di sant’Andrea e vennero attaccati gli anelli ai loro capezzoli, le loro grida di dolore si sentivano fin fuori in giardino da quanto erano alte e il dolore tanto, ma non c’era nessuno che avrebbe potuto levarsi in loro soccorso.
L’ultima prova a cui furono sottoposte fu quella di stare legate a dei supporti e sarebbero state calpestate da un uomo che sarebbe passato sopra i loro corpi, anche in questo caso per superare la prova avrebbero dovuto mostrare piacere e godimento nel superarla e non smorfie di dolore, si guardarono tra di loro con aria sconsolata pensando a quello che avrebbero dovuto subire.
L’uomo prescelto era un uomo molto grasso che pestava in modo pesante i loro pancini, le loro gambe, le loro facce provocando un dolore indicibile che non riuscirono in nessun modo a celare.
La cosa fece arrabbiare molto i sadici che assistevano alla scena che urlarono come allo stadio nerbo di bue, nerbo di bue.
Le ragazze avevano la faccia terrorizzata alla sola idea di essere frustate con quello strumento utilizzato dalle peggiori dittature e dall’inquisizione e il dolore fu decisamente superiore alla loro immaginazione per quindici giorni non sarebbero state più capaci a sedersi dal dolore.
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