Francesca la mia nuova schiava 2

Il giorno dopo Francesca andò in facoltà come se non fosse successo nulla, ci vedemmo quindi nel pomeriggio.
Mi raccontò che era sempre stato un suo desiderio essere sottomessa, ma quello che le aveva fatto scattare la molla a contattarmi erano state le confidenze di una sua amica che è una schiava di un uomo molto più adulto e le raccontò di come stesse godendo in modo incredibile con questa nuova esperienza.
Mi confessò che si era toccata e aveva goduto in modo incredibile pensando a quello che le avevo fatto, ma soprattutto a quello che sognava avrei potuto farle in futuro.
Le ordinai allora quindi di stare in castità forzata per sette giorni, lei mi rispose che ci proverà perché vuole diventare una brava schiava, ma non era sicura di farcela e mi chiese cosa subirà in quel caso.
Io le feci presente che non dico mai le punizioni prima e che intanto deve chiamarmi padrone e darmi del lei.
Mi disse di essere pronta a tutto, perché con i ragazzi della sua età non riesce a godere e mi raccontò più nei dettagli quello che era successo col suo ex fidanzato.
Mi raccontò che sono stati insieme tre mesi, ma con lui non riusciva a godere perché era troppo un bravo ragazzo, troppo premuroso e gentile, mentre lei si eccita solo con l’uomo dominante. Si raccomandò anche di tenere per me il motivo per cui lo aveva lasciato si vergognava a dirglielo in faccia, anche perché i genitori sono amici di famiglia.
Ci salutammo e ci risentimmo per telefono la mattina seguente. Francesca era molto tesa: mi confidò che aveva fatto continui sogni erotici nella notte con protagonisti anche i familiari, l’obbligo della castità forzata l’aveva portata a pensare solo a quello: mi confessò che il clitoride era indurito all’inverosimile e che non era sicura di riuscire a resistere una settimana.
Nel pomeriggio, infatti mi chiamò dicendomi che non c’è l’aveva fatta si era toccata. La invitai quindi a venire la sera a casa mia: la feci spogliare e le feci abbassare le mutandine le diedi 200 frustate con una spazzola di legno sul sedere: i colpi le facevano molto male, urlava come un indemoniata, talmente che forte che mi venne il dubbio che sarebbe stato meglio mettere una ball gag, c’era il rischio che qualcuno l’avesse sentisse urlare.
Era stata una delle poche volte che non avevo punito la violazione della castità forzata con la masturbazione della spugna di ferro delle pentole, con una schiava così giovane e alle prime armi avrei rischiato che rinunciasse subito, non ero ancora sicuro sarebbe riuscita a resistere a un dolore così forte.
Le ordinai quindi di pizzicarsi i capezzoli con le unghie.
Lei rispose “ non mi va mi fa male!!”
Le risposi “ Non mi interessa!!!”
Francesca disse “ La prego mi fa male!!
Le risposi “ Non mi interessa”
Francesca rispose “ Va bene, padrone, ma la prego non mi punisca per aver protestato!!!”
Le riposi “ Invece si dovrai essere punita, così imparerai la disciplina per la prossima volta. Meriti altri 100 colpi sul sederino, questa volta ti metterò un bavaglio in modo che tu non faccia troppo rumore”.
“Si, padrone”
“Per oggi puoi andare le dissi ci vedremmo domani sempre a quest’ora, in facoltà dovrai andare con un tubino nero molto corto”
l’indomani Francesca venne a casa mia nel pomeriggio e disse “ Oggi non sono riuscita ad andare a lezione, ieri mi ha fatto troppo eccitare, la prego mi faccia eccitare ancora!”
“Masturbati 10 secondi” le ordino
“Grazie signore” mi disse
“Strizza i capezzoli con le unghie le ordinai!”
“Si, padrone rispose
“Masturbati per 30 secondi” le ordinai. Con mia grande sorpresa ebbe un orgasmo violento, evidentemente così focosi determinati dalla giovane età le avevano giocato un brutto scherzo.
“Ora sarai punita per aver goduto senza il permesso del tuo padrone” le dissi. Presi un frustino a manina e le diedi 50 colpi sulla fighetta.
Le misi subito dopo una molletta sul clitoride.
“Si che bello” disse.
“Toglila con uno schiaffone” le ordinai.
“No, per favore padrone la prego”
“Devi farlo!” le intimai
“che male, mi fa malissimo” urlò.
“Per oggi può bastare, sappi però che da oggi dovrai solo avere bei voti all’università ogni voto sotto il 30 comporterà una punizione. Ci vediamo domani”.
L’indomani pomeriggio Francesca arrivò a casa mia e disse” Padrone, mi sei mancato tantissimo, ti prego, ho una voglia tremenda di servirti!”
“Inginocchiati e chiedi di servirmi”le dissi.
“Posso servirla padrone” disse lei.
“Bevi questa caraffa di due litri d’acqua, poi tra mezzora farai un rivolo di pipì, mentre potrai scaricarti solo tra due ore!” le ordinai
“e se non ce la faccio?” mi chiese
“te la farai addosso” le risposi
“No, la prego” mi implorò.
Dopo mezzora, quando dovette andare in bagno a fare solo un rivolo mi disse “ mi scappa da morire, la prego, mi permetta di fare pipì”.
“No” le risposi.
“La prego, mi sto pisciando sotto!” mi implorò.
“No” le risposi. Dopo poco secondi effettivamente si pisciò addosso.
“Per oggi può bastare ci vediamo domani” le dissi.
“ Va bene padrone” mi disse.
L’indomani appena entra a casa mia, mi siedo sulla poltrona e le ordino” pulisci le mie scarpe con la lingua anche sotto la suola”
Francesca si inginocchia e con impegno e abnegazione , lecca le scarpe, anche sotto la suola con grande perizia. Dopo di che la porto in bagno le faccio indirizzare il mio cazzo contro il water pr fare pipì e me le faccio ripulire.
Prendi poi una radice di zenzero che avevo in frigo, la lavo in acqua corrente e le dico “ adesso devi mettertela in culo”.
L’espressione del viso di Francesca dice tutto è spaventatissima e dice “ No, la prego padrone, tutto ma questo no”.
La mia risposta fu ferma e inflessibile “devi farlo”.
Francesca rispose “ Va bene padrone”.
Francesca mise la radice di zenzero una sorta di dildo con proprietà urticanti che avevo rafforzato lavandola in acqua corrente. L’espressione del suo viso fu un misto tra godimento estremo e dolore estremo dato dal bruciore che provocava lo zenzero nel suo ano.
Adesso le dico “pensa alle cinque cose che odi di più fare. ”
Francesca risponde “ forse mangiare broccoli, stare con i più brutti del mio corso diventandoci amica, toccare il cazzo di mio padre, toccare il cazzo di un vecchio, andare all’università con vestiti troppo provocanti”.
Le rispondo “ tuo padre e un vecchio meglio di no, inizia col mangiare broccoli e stare con i più brutti, magari un po’ anche rincoglioniti del tuo corso”
“ma devono essere tra i più sfigati?”
“si, ci sentiamo domani e vediamo cosa ne esce” le rispondo.

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