le cagne dell’ufficio : Marika diventa mia amante e reclutatrice
Marika aveva capito che essendo l’ultima arrivata sarebbe stata trattata nel peggiore dei modi tra le mie schiave , finché mi confidò che questo mio modo di fare la affascinava enormemente in quanto le avevo fatto capire quella che era la sua vera natura, quella di essere una sottomessa e schiava e mi chiese di diventare la sua amante.
Io restai un po’ meravigliato di questa affermazione facendole notare che non vedevo il motivo per promuoverla da schiava ad amante visto che non poteva darmi molto di più.
Marika mi disse che anche altre amiche, colleghe e conoscenti avrebbero potuto diventare mie schiave, ma voleva essere riconosciuta come amante, avere anche lei il suo tributo di carne umana, le sue schiave e schiavi.
Valutai la cosa e decisi che mi conveniva promuoverla al ruolo di amante e riconoscerle di poter limitatamente utilizzare la carne umana che riusciva a portarmi.
Il suo primo obiettivo fu Barbara moglie del proprietario di una macelleria nella periferia di Milano. Una macelleria che ormai da anni andava parecchio male e la strada verso la chiusura era ormai inevitabile. Marika si presentò come la salvatrice della situazione, avrebbe infatti rilanciato la macelleria che sarebbe stata trasformata in una macelleria halal che avrebbe avuto un’ampia clientela, infatti era girata voce nel giro delle mie schiave e puttane colleghe di Marika.
Ai due non restò che accettare se volevano continuare a mantenere i loro tre figli. D’altronde Barbara era ancora una bella donna prosperosa, piena di voglia che doveva accontentarsi di un marito diventato sostanzialmente impotente e che Marika mise subito sottochiave chiudendogli il cazzo in una cintura di castità, che faceva togliere alla moglie solo per il drenaggio periodico della prostata, senza che fosse permesso a lui alcun piacere.
Barbara diventò invece ogni giorno di più momento di attrazione per gli arabi che frequentavano la macelleria che potevano sfogare con lei, i loro istinti repressi di uomini abituati a nessun rispetto nei confronti delle donne, cosa che nella vita normale in Italia non era per loro possibile. Barbara divenne anche attrazione per i diciottenni arabi di seconda generazione che mai avrebbero potuto permettersi una donna di quella bellezza, anche se molto usata.
Marika si diresse successivamente su Alessandra e Christine entrambe affascinate dall’agenzia di escort che avevo messo in piedi e dai soldi che potevano fare. Alessandra era un fisico longilineo, una prima scarsa di tette, ma un culo che parlava da solo, Christine invece era alta, longilinea, ma aveva una terza di tette.
Marika disse loro che avrebbero sicuramente potuto aggregarsi all’agenzia di escort e cambiare la loro vita, ma prima dovevano passare per il letto del capo per essere testate, ricordandosi che in ufficio dal capo si entra sempre senza mutande, perché per lui loro sono solo delle puttane.
Quando Alessandra e Christine vennero in ufficio, Marika mi chiese se volessi qualcosa da bere. Io risposi che volevo essere servito dalle nuove schiave. Le due ragazze furono interdette in quanto non avrebbero mai pensato di trovarsi in una situazione del genere.
“Fino a ieri quando mi incontravate per strada mi salutavate con aria di sufficienza, mentre adesso siete qui come aspiranti puttane, tanto per incominciare alzatevi le gonne” dissi.
Misi le mani dentro le gonne delle due donne e riscontrai che Marika le aveva istruite sul fatto che nel mio ufficio si entra solo senza mutandine. Abbassai le gonne a metà ginocchia a tutte e due e ordinai loro di andarmi a prendere da bere.
Dovevano scegliere se tirarsi su le gonne o togliersele del tutto. L’istinto fece fare loro la scelta giusta e si tolsero le gonne, anche se la cosa mi dispiacque un po’, infatti le avrei punite più che volentieri.
Quando tornarono le portai in una camera da letto che stava dietro la stanza dell’ufficio in cui faceva bella mostra una telecamera piazzata in fondo al letto.
“che cos’è quella?” dissero con un tono che le riportava ai vecchi tempi
“E’ una telecamera con cui voglio fare un bel filmino sulle vostre prestazioni a letto!”
“Assolutamente no” dissero all’unisono, scordandosi di essere diventate delle schiave
“Assolutamente un cazzo, non permettetevi più di rivolgervi in questa maniera” dissi io dando loro un bel sganassone in faccia e strattonandole per i capelli
“per questa stronzata che avete detto dovete portare altre vostre amiche se volete incominciare a guadagnare, adesso spogliatevi e vedete di farmi divertire” dissi.
Speravo dicessero anche un monosillabo in più per prenderle ancora di più a sganassoni, ma avevano imparato la lezione e non dissero più nulla.
Accesi la videocamera e mi soffermai a riprendere con particolare accanimento, ordinando loro le pose più sconce. Inoltre furono riprese, mentre lo prendevano in culo, in figa e in bocca finché non si esaurì il nastro.
Finita la scopata mi alzai e misi il prezioso nastro in cassaforte. “ Se solo cercate di disubbidire proietterò il nastro in piazza”