Giorgia poetessa, scrittrice, sceneggiatrice, la sua discesa verso l’abisso
Giorgia è una poetessa, scrittrice, sceneggiatrice genovese che abita vicino a Rimini, il suo sogno è di poter scrivere un grande romanzo di cui fare una trasposizione cinematografica per una delle più grandi Major americane, per il momento però è riuscita solo farsi pubblicare i suoi racconti da case editrici di secondo piano e a scrivere sceneggiature per fiction di non grande diffusione.
La sua vita procede in modo abbastanza monotono, anche se condivide la passione per la scrittura con suo marito Giacomo dal quale ha avuto due figli. Nonostante le due gravidanze Giorgia è ancora una bella donna, piacente che fa ancora voltare gli uomini quando passa per strada, è alta circa un 1,72 occhi e capelli scuri molto lunghi, un seno molto abbondante che sfiora la sesta misura.
Presto però succederà un avvenimento piuttosto banale, ma gravido di conseguenze per la sua vita, ma anche per quella di suo marito: vedendo un servizio televisivo sulla mostra del cinema di Venezia viene intervistato un produttore cinematografico, che è una persona che conosce molto bene essendo stato durante il liceo uno dei suoi tanti pretendenti, anche se sarebbe più esatto dire che era in piena tempesta ormonale quando la vedeva, e che era stato sempre trattato piuttosto male da lei. Capì subito che entrarci in contatto avrebbe potuto essere l’occasione della sua vita, anche se il problema era capire come avrebbe potuto farlo.
La mattina successiva pensò di cominciare a telefonare a tutte le compagne e i compagni di liceo di cui aveva conservato il numero, ma nessuno aveva tenuto i contatti con la persona in questione. Giorgia però era molto determinata ed era molto pesante e insistente nel chiedere alle varie persone se conoscevano qualcuno che aveva mantenuto qualche contatto con il produttore ex compagno di classe.
Dopo qualche giorno di telefonate a vuoto riuscì a trovare qualcuno che aveva mantenuto i contatti con la sorella cosa che la rese felicissima, forse l’opportunità della sua vita era arrivata.
Giorgia chiamò la sorella cercando di adularla il più possibile, dicendole che andava a scuola insieme a suo fratello, della sua grande passione per la scrittura sia di racconti, che di romanzi e sceneggiature e che voleva fargliele arrivare perché potesse dare un giudizio. La donna, però inizialmente la gelò in quanto si ricordava come Giorgia aveva trattato suo fratello, ma che se le avesse consegnato i suoi lavori con un contatto telefonico gli avrebbe fatti giungere al fratello, che l’avrebbe contattata in caso di suo interesse.
Dopo aver consegnato i suoi lavori alla donna, per qualche settimana non sentì più nulla fino a perdere qualsiasi speranza e maledicendosi per come l’aveva trattato quando erano a scuola: da sfigato, brutto, incapace e ridicolizzandolo facendo battute sulla sua virilità.
Un giorno però ricevette una chiamata di quella che si rivelò essere la segretaria dell’uomo che le indicava giorno e luogo in cui l’avrebbe incontrata.
Giorgia si presentò all’appuntamento al meglio del suo splendore per cercare di far colpo sull’uomo: minigonna sopra le ginocchia, reggiseno con una taglia in meno per mettere in evidenza le sue enormi mammelle. Sull’uomo di nome Marco, la cosa non fece una grande impressione che anzi cominciò a tempestarla di domande piuttosto cattive sui suoi lavori e sui suoi riferimenti culturali, il che le fece pensare che l’avesse riconosciuta e che si volesse vendicare di tutto quello che le aveva fatto. Giorgia pensò allora di allargare le gambe per fargli vedere le mutandine.
Marco allora le disse che è vero, l’aveva riconosciuta, ma con tutto quello che gli aveva fatto non se la sarebbe certo cavata semplicemente allargando le gambe e mostrandogli le mutandine tenuto anche conto che i suoi scritti erano buoni, ma non così eccezionali come li spacciava. Le disse che avrebbe dovuto essere la sua schiava per due giorni nel fine settimana perché valutasse i testi che gli aveva proposto. Marco diede un biglietto a Giorgia che recava scritto il luogo dove avrebbe dovuto presentarsi, dicendole che non aveva nient’altro da dirle.
Giorgia si rese conto che in quei due giorni gliene avrebbe fatte passare di tutti i colori, ma era decisa a dare una svolta alla sua vita.
Si presentò quindi il sabato mattina nel luogo indicato nel biglietto: un enorme villa alle porte di Milano, venne ricevuta da un maggiordomo che la fece salire su una macchina con i vetri oscurati, fino a che arrivò al cospetto di Marco, che le disse che se avesse proseguito sarebbe stata schiava sua e dei suoi ospiti e se si fosse comportata bene i suoi lavori sarebbero stati valutati.
Giorgia fece di sì col capo e fu denudata completamente dal maggiordomo, se non per un piccolo collare che le fu messo al collo.
Venne portata in un enorme salone dove al centro c’era un enorme letto al quale fu legata con mani e piedi: venne fatto entrare un nano, una persona orribile, mai Giorgia avrebbe pensato potesse esistere un essere umano più brutto, ma il peggio doveva ancora arrivare, il nano cominciò a leccarle la passerina con un avidità incredibile evidentemente era da tanto tempo che non vedeva una donna, poi si spogliò e cominciò addirittura a penetrarla aveva un cazzo lungo e grosso, Giorgia fu indotta a chiudere gli occhi per non vederlo in faccia, altrimenti avrebbe sicuramente vomitato dato lo schifo che le faceva l’uomo.
Ai bordi del letto c’erano intanto Marco e i suoi amici che commentavano la performance di Giorgia e del nano, qualcuno diceva che avrebbe dovuto essere punita perché non le era stato permesso di chiudere gli occhi e avrebbe dovuto essere punita.
Marco non si fece mancare l’occasione e disse che avevano ragione e che meritava una punizione. Fu allontanato il nano, Marco aveva in mano uno di quei bastoni di bambù che si usano per tenere su i pomodori e cominciò a martoriare il sederino della povera Giorgia, finché fu pieno di striature rosse che le avrebbero reso difficile poter sedersi.
Per quello che riguarda la mattinata non successe più nulla di rilevante se non che Giorgia dovette servire il pranzo agli ospiti di Marco che non si fecero scrupolo a toccarla fin nei punti più intimi.
Nel pomeriggio Giorgia fu sottoposta a una delle cose che soffriva di più il solletico, furono messi i suoi piedi dentro una gogna, che furono solleticati con un piuma dalle dita, fino alle palme dei piedi, cominciò a ridere come un ossessa, ma Marco non se ne curava e i suoi ospiti guardarono divertiti fino a che non smise di martoriarla.
Giorgia pensò che anche a cena avrebbe dovuto servire tutti gli ospiti di Marco e e farsi toccare in tutti gli anfratti, anche i più piccoli del suo corpo, ma non le andò così bene, infatti le fu ordinato di distendersi nuda sopra un enorme tavolo, dove delle inservienti servirono la cena per gli ospiti i quali mangiarono direttamente sul suo corpo, senza farsi nessun riguardo per i punti sensibili del corpo di Giorgia: morsicavano senza riguardi il cibo posizionato sulle parti intime, sui capezzoli e sulle gambe. L’umiliazione che Giorgia sentiva dentro di sé era enorme, la vendetta che Marco stava consumando su di lei era veramente pesante.
Finalmente il supplizio finì, Giorgia venne portata in camera da letto e pensò che per quel giorno aveva finito, ma non conosceva il livello di perversione di Marco che le fece mettere delle palline vibranti che comandava con una app del suo smartphone e sul più bello che dormiva nel cuore della notte, le manovrava alla massima velocità, eccitandola e impedendole di dormire un vero supplizio.
Il giorno dopo le fu detto che la parte più dura del weekend l’aveva superato, la domenica sarebbe stata una giornata normale e che avrebbe valutato i suoi lavori, però perché fossero accettati e avere una svolta nella sua carriera avrebbe dovuto diventare completamente una sua schiava, dando la precedenza a lui anche a suo marito e ai suoi figli, alla minima disubbidienza la sua carriera sarebbe finita, le dava una settimana per decidere tra la sua famiglia e il successo.
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