confessione di una schiava: sessione telefonica quarto giorno
Sessione telefonica quarto giorno:
Eccolo lì, il cellulare finalmente che squilla ed io sono un lago già leggendo il suo nome, come sempre.
“Ciao cagna” mi saluta. La Sua voce… Quanto mi mancava sentirla… eppure non erano ancora passate 24 ore dall’ultima telefonata. La Sua voce così autoritaria, lui così pieno di sé, è lì a dare ordini alla sua cagnetta. So bene quale sarà il primo ordine oggi, partiremo con una punizione, ne sono certa. Infatti eccolo lì pronto ad ordinarmi di colpirmi il culetto con la spazzola e di contare “in modo chiaro e preciso”, mi dice. Inizio, conto, e arrivata a circa 110 ho un abbassamento di voce, non volontario, e ne approfitto per prendere un po’ più di fiato. “Ricomincia da zero, con il tono di voce costante”. Obbedisco, anche se non lo vorrei fare assolutamente, e ricomincio a colpirmi, contando senza abbassare la voce o fermarmi un secondo in più.
Arrivata circa a 400 mi dice di smettere, tiro un sospiro di sollievo, lo sento ridere “illusa, pensi sia tutta qui la tua punizione? Adesso inizia a colpire la fichetta, contando ad alta voce”, ho le lacrime agli occhi, vorrei controbattere ma so che facendolo aggraverei la cosa, cambio idea e inizio a contare. Una volta arrivata intorno ai 100 mi blocca.
Lo ringrazio per avermi punito e Lui continua con la nostra sessione, allenandomi l’ano la fichetta vogliosa, mi allargo i buchi come Lui ordina, fermandomi quando Lui lo chiede, ogni tanto mi chiede di pinzarmi i capezzoli, il seno e il clitoride con delle mollette da bucato ed io obbedisco dolorante.
Mi ordina poi di farmi una passeggiata in casa a quattro zampe, mentre lui ad ogni passo descrive quello che sono, mi chiama con i giusti appellativi, alle volte “cagna”, altre “troia”, altre ancora “puttana”. Ed io sono così contenta di sentirmi chiamare così da Lui, ogni tanto mi chiede di abbaiare un po’.
Mi dice che per oggi la sessione è terminata e io lo ringrazio e lo saluto educatamente e rispettosamente.