Gioia mia giovane lettrice e il fidanzato nell’abisso della sottomissione 3

Il pomeriggio seguente come concordato in discoteca con Gioia e il fidanzato mi recai a casa dei due per sottoporli alla loro prima sessione nella quale Federico non era più il suo fidanzato, ma solo un mio schiavo (e in particolare un cuckold) e lei Gioia era solo una mia schiava.

All’appuntamento mi recai con tutta una serie di oggettistica: fruste di diverso tipo e conio, mollette, anelli delle tende, attaccapanni di quelli che si usano per appendere le gonne, vari utensili per la cucina e per la casa che possono avere un adattamento bdsm, una cintura di castità per lui e molto altro.

Appena entrato appoggiai la borsa nella quale avevo messo l’attrezzatura per terra e ordinai a entrambi di spogliarsi. Quando si spogliarono ordinai a Gioia di masturbare il fidanzato, ma senza farlo godere e le feci presente che quando sentiva che il fidanzato cominciava a godere e la tensione dell’eiaculazione cominciava a montare doveva interrompere la masturbazione. Era molto bello vedere come questi fidanzatini si stavano umiliando e come una ragazza dolce come Gioia stava facendo soffrire e soffrire molto il suo fidanzato che si vedeva in continuazione essere portato alla soglia dell’orgasmo senza poterlo raggiungere mai. Dopo un certo numero di ripetizioni di questo supplizio dissi a Federico che gli davo una possibilità di godere: ordinai a Gioia di masturbarlo lentamente per quaranta secondi era il tempo che gli concedevo per avere un orgasmo. Gioia cominciò a masturbare lentamente Federico, ma nonostante la tensione raggiunta dal suo cazzo e le palle che ormai gli facevano male non riuscì a godere. Presi allora la cintura di castità una cb3000 e rinchiusi il cazzo di Federico nella gabbietta, in cui gli dissi avrebbe dovuto restare fino a quando mi sarebbe aggradato. Le cintura di castità maschili hanno soprattutto una caratteristica che trovo affascinante: rendono l’erezione praticamente impossibile, infatti quando l’organo genitale maschile cerca di prendere il volo sbattendo contro la parete il dolore che provoca lo fa afflosciare e più passa il tempo e soprattutto i giorni più la cosa diventa sia fisicamente che psichicamente devastante. A questo punto decido di dedicarmi a Gioia: decido di farle bere due litri d’acqua ordinandole di non potere andare in bagno fino a cena. Questo è particolarmente difficile per una donna in quanto come si sa vanno al bagno più spesso degli uomini. Nonostante ciò Gioia cerca di resistere e si vede molto chiaramente che cerca di mettere tutto il suo impegno, ma dopo circa un’ora si vede che non c’è l’ha fa più e mi chiede di poter andare in bagno.

Io le faccio presente che non se ne parla neanche per idea, ma lei mi fa presente che se la farà addosso davanti al suo fidanzato. Io le faccio presente che quel verme non è il suo fidanzato, ma solo il mio schiavo e che non le viene concesso di poter andare in bagno. Dopo circa un quarto d’ora quando Gioia non c’è l’ha fa proprio più si piscia addosso. La scena era stupenda una ragazza dolce e raffinata come Gioia che si piscia addosso e puzza di piscio da distante. Io le faccio presente che a questo punto deve essere punita sia per essersi pisciata addosso, sia per aver disubbidito al suo padrone. La porto allora in giardino e dopo averla lavata con la gomma, le ordino di stare ferma in piedi e con un frustino da equitazione le do cinquanta colpi sulla passerina. Per oggi dico può bastare, domani ti farò accompagnare da un mio inserviente per rifarti il guardaroba e renderlo quello di una vera schiava. Il borsone con l’attrezzatura ovviamente resterà qui in quanto contiene gli strumenti che utilizzerò quando verrò a trovarvi, ovviamente non vi è concesso aprirlo.

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