Giorgia la manager schiava 3
Mancavano due giorni al ritorno a casa e al momento in cui Giorgia la manager schiava avrebbe subito la punizione per aver violato la castità forzata e dagli sms che mi scambiavo di tanto in tanto con lei si capiva l’ansia e l’inquietudine di non capire come avrei utilizzato quel strumento comune e anche banale con cui si pulisce lo sporco più ostinato per punirla.
Ritornata dalle vacanze che le avevo reso un inferno con l’obbligo della castità forzata, Giorgia la manager schiava viene a casa mia con la spugna di ferro delle pentole per subire la punizione che le spetta.
La faccio accomadare, le ordino di spogliarsi e dopo averle strizzato i capezzoli con le unghie vedendo soddisfatto il suo sguardo sofferente, la invito a sdraiarsi sul letto con in mano la spugna di ferro delle pentole.
Una volta che Giorgia si sdraia sul letto con in mano la spugna di ferro delle pentole, le ordino di masturbarsi con quell’oggetto. Giorgia mi guarda allibita, mi farò male, mi brucerò tutta, ma vedendo una frusta a nerbo di bue sopra il comodino e temendo che pensassi di utilizzarla si rassegnò e comincia a masturbarsi con quel comune, ma perverso in quel caso strumento.
Il dolore e la sofferenza nel suo viso sono palpabili, così come l’irritazione e il rossore sempre pià appariscenti sulla passerina di Giorgia la manager schiava a cui faccio notare che dopo questa punizione ci penserà due volte prima di dissobidire alla castità forzata, infatti come nel contrapasso dantesco la parte del corpo che aveva errato diventava quella della sofferenza nella punizione.
La parte peggiore di questa punizione però doveva ancora venire, infatti quando Giorgia avrebbe dovuto andare in bagno a fare pipì questa attività banale le avrebbe fatto provare un dolore e un bruciore lancinante per almeno tre giorni quando il rossore si sarebbe rimarginato dalla sua passerina.
A questo punto ordinai a Giorgia di bere un libro d’acqua, perchè volevo vedere l’espressione del suo bel visino dolorante quando faceva pipì e devo dire che la scena fu talmente eccitante e la sua espressione così sofferente che mi eccitai. Le dissì allora che poteva ritornare a casa e che quando le sarebbe passato il dolore del tutto tra una settimana, due settimane avrebbe subito la prima vera e propria sessione BDSM.
Nei giorni successivi si susseguirono in continuazione le richieste di pietà di Giorgia implorando, la possibilità di utilizzare una crema per lenire il dolore prchè il bruciore quando andava al bagno era tremendo, possibilità che le fu negata anche quando me lo chiese al telefono piangendo anche perchè si capiva che la natura masochistica di Giorgia che ormai si era chiaramente disvelata voleva questo a differenza del corpo che chiedeva pietà.