il lento scivolare di una coppia nell’abisso della sottomissione
Una quindicina di giorni fa, mi arriva attraverso questo sito una mail che non avrei mai pensato mi fosse potuta arrivare, neppure nelle mie fantasie di dominatore più fervide.
Si tratta di un marito che dice che la moglie di 39 anni mora, alta, quinta misura di tette(anche se un po’ cadenti), gambe stupende e faccia da volgare ciucciacazzi che veste con minigonne vertiginose, ha una figa depilata e slabbrata, ama essere schiavizzata, brutalizzata, umiliata e che cercano un padrone per farne una schiava di sua proprietà da umiliare, esibire, filmare e anche cedere ad altri. In più mi dice che a lui si eccita vedere la moglie distrutta e massacrata e quindi assisterà alle eventuali sessioni.
Rispondo a questa mail anche per vedere se è uno scherzo o c’è del vero e dico che sono disponibile, ma deve essere una dominazione sette giorni su sette e ventiquattro ore su ventiquattro, lui mi risponde con i numeri di cellulare suoi e della moglie e con foto e video della prestazione della moglie.
Il giorno dopo lo chiamo ribadendogli le mie condizioni: la moglie e lui devono essere d’accordo con una schiavizzazione 24 ore su 24, sette giorni su sette, lui mi ribadisce che è d’accordo. Mi fa chiamare dalla moglie e dalla voce già si capisce che è una troia pazzesca, con voce da cagna di chiare origini dell’est, infatti mi dirà poi che è originaria di Praga. Cominciò subito a insultarla con i peggiori epiteti per sondare il terreno e sembra molto apprezzare, si capisce subito che è una vera masochista, una cagna che gode molto solo nell’essere sfruttata, massacrata, distrutta. La redarguisco subito visto che a un certo punto intuisco chiaramente che si sta masturbando dalla modifica del tono della voce, e la apostrofo in malo modo dicendo che si può masturbare solo dopo che ha chiesto il permesso al suo padrone se vuole essere la mia schiava. Mi risponde con tono sommesso di si, chiedendomi di potersi masturbare e ovviamente le rispondo di no dicendole che merita di essere punita e le ordino di prendere una spazzola, di girarla sul retro dandosi cinquanta volte e dicendo grazie padrone. Dal modo con cui diceva grazie padrone si capiva che pur essendo una cagna e una troia, alle punizioni severe non era molto abituato, la voce sempre più sofferente si sentiva chiaramente e più si avvicinava ai cinquanta colpi, più capivo che la sua resistenza non era altissima.
Le ordinai che si doveva vestire sempre con minigonne molto corte, doveva gettare nelle immondizie tutte le mutandine che aveva (cosa di cui avrebbe dovuto darmi prova fotografica), e che ogni volta che le telefonavo doveva eseguire i miei ordini, non importa dove si trovasse. Per essere sicuro che eseguisse i miei ordini incaricai un mio amico che abita nella città della cagna a controllarla ed effettivamente aveva eseguito gli ordini, si vedeva chiaramente l’assenza di mutandine.
Nel frattempo ci sentivamo al telefono: la chiamavo in orari in cui sapevo di metterla in imbarazzo, infatti il marito mi diceva quando va dal parrucchiere, dall’estetista, a fare la spesa etc. Le ordinavo cose umilianti tipo mostrare la passerina ai semafori, inginocchiarsi nei marciapiedi e molte altre umiliazioni pubbliche.
Un giorno quando la chiamai non mi rispose, scoprii dopo che era dai genitori del marito. Dopo qualche ora mi telefonò scusandosi e dicendo che mi chiedeva scusa. Io non ho mai accettato le richieste di scuse delle schiave e questa volta non avrei certo fatto diversamente e infatti le dissi che avrebbe dovuto prendersi il cucchiaio di legno in cucina e darselo 50 volte sulla figa, e cento volte sul sedere, dicendo come sempre grazie padrone per ogni vergata.
Dalla sofferenza della voce si capiva che l’avevo messa a dura prova, l’esperienza credo che avesse dovuto essere massacrante e da lì capii che il terreno era pronto per incontrarla di persona.