il lento scivolare di una coppia nell’abisso della sottomissione 4
Dopo la sottomissione della moglie di Marco e la ripresa audio video delle sue gesta cominciai a pensare che avrei potuto alzare il tiro e arrivare alla schiavizzazione di tutti e due, quindi anche di Marco.
Lo chiamai dicendogli che non mi accontentavo più di avere sua moglie come schiava solo per qualche sessione, ma che avrebbe dovuto esserlo ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette e che avrebbe dovuto diventarlo anche lui. Marco mi rispose se ero pazzo e non se ne sarebbe parlato neanche di striscio, io li feci sommessamente notare che avevo delle belle fonti e della sua bella mogliettina che l’avrebbe messo in un certo imbarazzo se le avessi messe su internet e in giro per Firenze. La risposta quasi piangendo di Marco fu non puoi fare questo, io li feci notare che li avrei aspettato tra una settimana in un albergo a Milano e che se non si fossero presentati avrei dato inizio alla diffusione del materiale.
Una settimana mi recai al l’albero di Milano che gli avevo indicato e vidi che si presentarono tutti e due e dissi subito rivolgendomi a Marco vedo che vi siete presentati e lui mi rispose con un sorriso amaro avevamo forse scelta? No risposi io con un sorriso sornione.
Li accompagnai nella suite e cominciò così la schiavizzazione di tutti e due. Feci spogliare Marco e li misi la cintura di castità sul suo pisellino insignificante facendo gli notare che gli sarebbe stata tolta solo se si fosse comportato bene e comunque non prima di 20 giorni. Ordinai alla moglie di spogliarsi e di mettere le tette nella faccia del marito: lei mi implorò di non farlo dicendo che non potevo umiliarti in quella maniera. Le dissi allora che avrebbe dovuto essere punita perché non poteva permettersi di rivolgersi al suo padrone in quella maniera. La feci spogliare e le diedi cinquanta colpi con la stecca di bambù sul sederino dovendomi ringraziare ad ogni colpo per occuparmi della sua educazione, ad ogni colpo si sentiva la sua voce diventare sempre più tenue segno che la sofferenza della cagna era forte.
Finita la punizione le dissi adesso vuoi mettere le tette in faccia a quel cornuto di tuo marito, alla fine anche se si vedeva chiaramente dal viso che la cosa la trovava ributtante cominciò a farlo, le ordinai poi di strusciare le tette sul pisellino del marito, solo per poco tempo quel tanto per provocarlo ed eccitarti, ma senza farlo godere e lasciandogli il cazzo sofferentemente, duro eccitato dentro la gabbietta senza nessuna possibilità di esplodere e godere. Il viso di Marco esprimeva tutta la sua frustrazione di questa condizione, mentre il viso della moglie esprimeva tutto il senso di colpa per quello che stava facendo, avendo capito la cosa le misi le mani in mezzo alle gambe e rivolgendomi a Marco gli dissi guarda quella cagna di tua moglie come gode a vederti soffrire e vedere.
A questo punto ordinai alla moglie di pulirei le mie scarpe con la sua bocca: lei senza fiatare lo fece, leccando con molta diligenza conoscendo la mia severità, nel frattempo la frustrazione e l’eccitazione di Marco senza alcuna possibilità di sfogo era sempre più forte. A questo punto decisi di incularla mettendola con la faccia verso il marito, il cui sguardo era sempre più eccitato e sempre più frustrato nel vedere la moglie, dopo un po’ sborsai nel suo sfintere e lei godette come una pazza.
Mi rialzai, mi rivestii e dissi che per questa volta poteva bastare, però mi sarei portato via la chiave della gabbietta in cui era chiuso il pisellino di Marco che avrebbe dovuto stare in questo stato fino al prossimo incontro.