il lento scivolare di una coppia verso l’abisso della sottomissione 7

Ivana e Marco finita l’asta vennero consegnati da Giuseppe (insieme alle chiavi della gabbietta dove era chiuso il pisello di Marco) a quelli che sarebbero stati i loro nuovi padroni per mese, si trattava di due tedeschi con tendenze dominanti Claudia e Peter che vivevano nell’antico castello di famiglia di lui che proveniva da un antica famiglia elettrice tedesca.

Arrivati in Baviera vennero chiusi nelle segrete del castello insieme ad altre persone che erano diventate schiave della coppia e si resero conto che il percorso di queste assomigliava tremendamente al loro, infatti si erano tutte trovate in questa condizione chi per i debiti di gioco, chi per essere stato vittima di interessi usurai.

Il mattino seguente furono portati nel Dungeon del castello e fecero la loro apparizione i loro due nuovi sadici padroni.

Claudia rimproverò subito di aver parlato con gli altri schiavi senza aver ottenuto da loro l’autorizzazione e di non provare a negare perchè erano stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso, la padrona di casa fece poi notare che doveva essere punita per questo affronto.

Ivana venne legata mani e piedi da Claudia e poi si avvicinò Peter con una frusta di cuoio che terrorizzò Ivana e le dice che adesso dovrà essere frustata, che dovrá tenere lei il conto fino a cinquanta dicendo anche grazie padrone a ogni colpo. Le frustate erano molto forti e precise e il sederino di Ivana cominciava a essere sempre più rosso e sempre più dolorante, tanto che arrivati alle quaranta frustate dopo aver contato e ringraziato, il padrone disse ahia!

Peter fece un faccia molto contrariata e disse che nessuno le aveva dato il permesso di lamentarsi e che per farle ricordare che non poteva aprire la bocca per dire quello che non le era permesso di dire riprese le frustate da zero, arrivati verso le cinquanta la voce di Ivana si faceva sempre più flebile, ma non osava abbassare più di tanto la voce per paura che Peter non trovasse la cosa di suo gradimento e riiniziasse le frustate da zero.

Arrivati a cinquanta se non fosse stata legata probabilmente Ivana sarebbe crollata: aveva il sedere tutto rosso e le faceva molto male.

Claudia passò quindi ad occuparsi di Marco, prese le chiavi della cintura di castitá e liberò il suo cazzo e gli mise subito del ghiaccio per impedire che avesse un erezione e che potesse venire con pochi tocchi. Cominciò a masturbarlo fermandosi qualche attimo prima che venisse, si vedeva proprio quel movimento che fa il cazzo poco prima di venire che peró veniva sempre frustato da Claudia che dopo un oretta riprese il ghiaccio e lo mise sul cazzo di Marco per bloccarne i bollenti spiriti e poi lo rimise sghignazzando nella cintura di castitá.

A questo punto ordinò a Ivana di accarezzare il marito, massaggiarli tutto il corpo e leccare la cintura di castitá al livello del punto dove ha il buchetto che consente al cazzo di fare pipì. Per Marco si trattava di una prova psicologica sempre più dura da affrontare, aveva le palle sempre più piene, inoltre veniva provocato sempre di più senza avere la possibilitá di dare sfogo al suo cazzo gli sembrava di impazzire.

Vennero a questo riaccompagnati alle segrete e i due coniugi furono anche divisi, in quanto anche a Ivana era stata imposta la castitá forzata e doveva essere sorvegliata giorno e notte in quanto alle donne non veniva applicata la cintura di castitá per motivi igienici.

Ivana e Marco sono sempre più depressi, frustrati ed umiliati dal fatto di essere sottoposti a castità forzata all’interno delle segrete del castello e assillati dall’insonnia.

L’insonnia è causata dal fatta che appena preso sonno la lunga astinenza produce dei sogni erotici che hanno come conseguenza una forte eccitazione dei loro organi sessuali, una eccitazione che però non ha possibilità di sfogo che rende difficoltoso il sonno.

Dopo dieci giorni Marco viene condotto nel Dungeon dove Ivana dieci giorni era stata punita molto severamente. Erano presenti nella stanza oltre a Claudia e Peter una inserviente che probabilmente era a sua volta una schiava della sadica coppia.

A questo punto questa inserviente spoglia Marco lo denuda, gli lega mani e piedi, gli toglie la cintura di castità e mette una borsa del ghiaccio sull’uccello per impedire che possa sborrare immediatamente e per raffreddare i suoi bollori. Dopo un po’ di tempo la borsa venne tolta e Claudia ordinò a questa schiava di fare un pompino a Marco, ma senza farlo venire infatti avrebbe dovuto torturarlo ancora staccando la lingua qualche istante prima che l’uccello potesse eruttare tutto il suo liquido, questa operazione si ripeté una decida di volte finchè marco cominciò a implorare la sadica coppia di farlo godere, di fare in modo che il suo uccello eruttasse perchè non ce la faceva più. Claudia a questo punto per spaventare ancora di più prese la cintura di castità e gliela fece dondolare di fronte agli occhi dicendogli a uno schiavo non è consentito protestare, né parlare senza essere interrogato dai suoi padroni e che se avesse continuato gli avrebbe rimesso ancora la gabbietta sul cazzo e la castità sarebbe continuato. Marco sempre più umiliato rispose si padrona, la quale gli rispose che affinché il concetto gli fosse rimasto bene a mente sarebbe stato punito: gli vennero infatti messe delle mollette sui capezzoli e sulla lingua che vennero tenuti lì per lunghissimi e interminabili dieci minuti trascorsi i quali e tolte da Claudia le mollette ci fu un sospiro di sollievo da parte di Marco.

A Questo punto Claudia prese in bocca l’uccello di Marco e cominciò a spompinarlo con foga fino al momento che stava per sborrare, quando sentì che Marco si trovò nel punto di non ritornò si tolse e Marco ebbe una sensazione stranissimo sborrò, ma non ebbe l’orgasmo, infatti essendosi tolta Claudia dopo il punto di non ritorno il suo cazzo eiaculò, ma senza orgasmo e fu un umiliazione tremenda, Peter allora ordinò alla inserviente di riportare Marco nelle segrete e questa volta gli fu consentito di stare nella stessa segreta di Ivana.

Il giorno dopo venne presa dalla inserviente Ivana e portata al cospetto di Peter che le tolse la cintura di castità, ma le disse subito che la castità forzata non sarebbe finiti e le fece presente che sarebbe stata portata con altre schiave nella sua villa al mare. Per umiliarla ulteriormente la cosa venne detta anche a Marco che si sentì sempre più umiliato.

Ivana e le altre due schiave che avrebbero accompagnato Peter nella villa al mare (Jessica e Miriam), vennero ripulite, lavate e rivestite ovviamente a come si conviene a delle schiave cioè non fu loro permesso una normale doccia o bagno, ma vennero lavate con la gomma che si usa per lavare le automobile come si fa anche per lavare cani e gatti.

Le schiave poi vengono vestite con minigonna da troie stradali senza mutandine, tacchi altissimi e costrette a mettere le valigie di Peter pesantissime che a momenti le facevano cadere per terra in macchina.

Arrivata la macchina in aeroporto le schiave furono costrette a tirare fuori i bagagli dalla macchina, dei bagagli che pesavano il doppio di loro e che quasi le faceva cadere nei loro tacchi da dodici centimetri, il che fece dire alla gente presente nel piazzale dell’aeroporto guarda queste cagne guarda queste troie.

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