le schiave sessuali all’università 2
Mentre la rete di assistenti e bidelli si ampliava, le ragazze volevano sfruttare meglio la loro disponibilità ad andare a letto con chiunque, volevano anche guadagnare tanti soldi non solo passare gli esami senza faticare e senza studiare.
Jack diventò un vero e proprio magnaccia faceva pagare ai clienti ottocento euro a prestazione: duecento se li teneva lui, duecento alle ragazze, duecento agli assistenti, duecento ai bidelli. I clienti venivano trovati abbastanza facilmente, con le inserzioni sui giornali e sfruttando il passaparola in quanto le puttane erano studentesse belle, fresche e giovanissime.
Gli affari andavano così bene che fu costretto a lasciare la sua stanza in affitto e a prendere un attico dove poter ricevere persone a tutte le ore. Dovette anche prendere un altro appartamento, che venne adibito a bordello e la cui gestione fu affidata a Jennifer.
Quando i clienti e il giro d’affari diventarono consistenti, Jack capì che non bastava avere delle puttane giovani e fresche, ma bisognava investire in formazione, perché col tempo stavano perdendo la loro freschezza e innocenza. La formazione prevedeva di far loro recuperare le sembianze di ragazze per bene almeno in apparenza.
Mentre Jack era alle prese con la formazione delle puttane venne chiamato da Susan per chiedergli se la sua proposta fosse ancora valida.
Jack fissò l’appuntamento a casa sua: Susan appena arrivata si tolse la pelliccia e i quattro straccetti che indossava, tutti rigorosamente firmati. Velocemente si tolse il reggiseno e le mutandine, era tutta nuda e orgogliosa di mostrare tutta la sua bellezza, cominciò a strusciarsi su Jack, il quale era strafelice anche perché sapeva bene che se non avesse messi in piedi quella organizzazione difficilmente si sarebbe scopato una figa di quel genere.
A Jack piaceva da morire vedere Susan che percorreva con la sua lingua tutto il suo corpo, mettendole un dito sulla passerina notò che era eccitatissima anche lei, cosa che gli dispiacque da vero sadico. Avrebbe preferito un po’ di schifo e di disgusto da parte sua, ma mentre pensava a cosa fare per umiliarla di più si presentò l’occasione giusta.
Susan fece l’errore di dare a Jack del tu, ma non fece in tempo a finire la frase che si prese uno sganassone, Jack le disse che lui non era il suo ragazzo, che era solo una delle sue puttane, quindi doveva dare sempre del lei anche quando aveva il cazzo in bocca. Era veramente esterrefatta dal comportamento di Jack, si vedeva che subiva psicologicamente il ruolo di schiava. Jack la prese per la testa ordinandole di ciucciarlo bene, perché non è li a fare la bella statuina. Ubbidì, mise il massimo dell’impegno a soddisfare Jack fino a quando gli disse che non era lì solo per passare l’esame.
Susan li confessò che aveva una voglia matta di mettere le corna al suo fidanzato. Questo era un ragazzo smidollato, ma ricchissimo, di una famiglia molto religiosa con la madre che dettava le regole a tutti anche a lei. La minigonna con cui la vedevano all’università se la metteva in bagno e se la toglieva prima di andare via, perché non poteva indossarla con lui in macchina. Era determinata a sposarsi per la montagna di soldi che aveva il suo ragazzo, che la credeva vergine ed illibata.
Mentre diceva questo Jack le sborrò in bocca e lei gli allargò le gambe, voleva farsi scopare per vendicarsi del suo ragazzo che non la toccava mai neanche con un dito, in quanto diceva che lo avrebbe fatto solo dopo il matrimonio.