la coppia di schiavi: finisce la castità forzata di Carla la mucca
Il giorno dopo salutandomi Carla la mucca mi disse che aveva dormito poco, che aveva la figa fradicia e che aveva dovuto fare due docce per raffreddare le sue voglie. Mi ha fatto presente, inoltre, che il cornuto è fuori in giardino con gli operai che stanno installando il nuovo cancello e mi chiede se vuole che si vesta in modo particolare.
Io le rispondo ordinandole di mettersi tacco dodici, Intimo sexy bianco e che il cornuto doveva sedersi di fronte a lei che deve masturbarlo col tacco, poi quando lui si fosse sborrato nei pantaloni, doveva alzarsi e far vedere dal personale e dalle altre persone presenti nel ristorante che aveva la macchia nei pantaloni, ma per ora era meglio che non gli dicesse niente così si troverà impreparato e in un imbarazzo ancora superiori quando capiterà.
Per mettere la mucca ancora di più in imbarazzo le chiedo se è eterosessuale o bisessuale, data la mia passione nel far avere rapporti omosessuali a schiavi eterosessuali, è una delle peggiori umiliazioni a cui sottoporre degli schiavi.
La mucca mi dice che la figa non le dispiace, ma preferisce di gran lunga scopare degli uomini. La risposta non mi delude del tutto e capisco che sarà ancora una discreta umiliazione ordinarle di andare con delle donne, mi fa anche notare che dove va in Palestra c’è una signora di 48 anni e il marito che spesso le lanciano battute e occhiate provocatorie.
La sera Carla la mucca eseguì quanto le avevo ordinato: L’umiliazione del cornuto fu evidente, visto che gli aveva fatto indossare delle mutandine bianche di pizzo e un completo verde chiaro. La mucca la mattina si trovava in una situazione sempre più precaria, la sua eccitazione era al limite ed era evidente una chiara macchia con i suoi umori sul letto e la colf mentre cambiava le lenzuola se ne era accorta, inoltre la sera prima di uscire era stata costretta a mettere dei salvi slip per non macchiare il vestito.
Nella mia infinità bontà, ma in realtà volendola umiliare ancora di più le concedo di interrompere la castità forzata, ma doveva andare con la signora della palestra che poi seppi che si chiamava Laura. Le Ordino di dire a Laura che l’avevo scelta per farla uscire dalla castità forzata, ma che doveva farle penare il più possibile il godimento e che poi le avrei assegnato un voto.
La mattina dopo mi scrive che Laura sarebbe venuta alle undici a casa sua e sarebbe stata lì fino alle dodici ossia l’ora in cui doveva andare a prendere i figli a scuola. Le ordino di vestirsi senza minigonna, senza reggiseno e senza mutandine.
Laura capì subito che Carla era una vera mucca, anche per il suo abbigliamento una minigonna in pelle e senza intimo e aveva potuto appurare che le sue cosce erano piene di umori. Mise una mano sul clitoride e sentì che era eccezionalmente gonfio, le disse che era una porca e che sognava questo momento da molto tempo, allora Carla la mucca si vide costretta a confessare che aveva un padrone che la costringeva in castità forzata.
Le rispose che allora voleva fare contento il suo padrone obbligandola ad abbassarle i pantaloni, a leccarle la figa fino ad arrivare all’orgasmo, lasciandola completamente insoddisfatta ancora in astinenza e di chiedere al suo padrone di poterla rivedere.
Nel pomeriggio la mucca mi riferisce quello che era accaduto e do il consenso con due paletti: Laura doveva cuocerla a fuoco lentissimo, poi le doveva dare un voto per ogni voto inferiore al dieci doveva ricevere cento colpi sul culetto.
La figa della mucca intanto soffriva sempre di più, la voglia di avere un orgasmo era sempre più incontenibile vedendosi costretta di andare a fare una passeggiata al mare per non pensarci. Nel frattempo, mi riferisce che Laura era contenta di quello che avevo permesso dicendo che i colpi li avrebbe dati con un mestolo da cucina. A questo punto ordinai alla mucca di dire a Laura che era meglio una stecca di bambù di quelle che si usano per tenere su i pomodori, uno strumento molto più adatto a una mucca come lei.
La mattina seguente Laura andò a prendere la mucca in macchina a casa sua. Una volta salite in macchina diede alla mucca lo strumento per passare il fard, intimandole di non raggiungere l’orgasmo. Una volta salite a casa di Laura, questa le fece togliere le culotte e gliele fece tenere strette tra i denti. Poi fece piegare la mucca sul tavolo dandole un sacco di colpi sul culo con la stecca di bambù, poi passò la canna tra le labbra della figa. La mucca faceva una fatica terribile a contenersi, voleva godere con tutta sé stessa, ma Laura non glielo permise.
Tutta nuda e inginocchiata con le mani legate la mucca fu costretta da Laura a leccarle la figa facendola godere, mentre le strizzava le tette e le applicava delle mollette sui capezzoli dando alla mucca un dolore incredibile.
Portò poi la mucca in bagno pisciandole addosso e obbligandola a bere tutta la sua urina. Poi le tolse le mollette e le due troie fecero una doccia insieme, mentre alla fine prima di permetterle di andare via le diede una crema lenitiva sul culetto così duramente martoriato.
La sera quando mi raccontò quello che era successo feci presente, feci presente che Laura ci era andata anche soft, intanto perché una vera mistress non avrebbe mai dato la crema lenitica sul culo a una schiava e poi il trattamento con le mollette sui capezzoli era stato terribilmente bonario e che quindi le ordinavo di pinzare i capezzoli con gli attaccapanni che si usano per attaccare le gonne.
L’indomani la mucca doveva andare dal ginecologo, fu una delle esperienze più umilianti della sua vita. Dopo essersi spogliata il ginecologo le aveva palpato le tette, aveva i capezzoli che sembravano spilli, poi a gambe larghe sul lettino si accorse del Clito e delle labbra gonfie. Quando inserì lo speculum vaginale dovette mordersi le labbra per non avere un orgasmo li davanti al ginecologo.
A quel punto mi potevo ritenere soddisfatto, come prima castità forzata poteva bastare, decido quindi di permettere un incontro con Laura nel quale finalmente Carla la mucca avrebbe potuto godere.
L’incontro avvenne qualche giorno dopo a casa di Laura. Fece togliere alla mucca il capotto, imponendole di stare in ginocchio e di raggiungere camminando in quello stato il salotto. Laura era vestita con un completo di pelle molto sgambato e stivali neri di pelle. Era seduta in una poltrona e costrinse Carla la mucca a leccarle gli stivali fino ad arrivare all’interno coscia. Poi si tolse la gonna e le mutandine costringendo la mucca a leccare il suo buco del culo facendo roteare bene la lingua.
Poi fece sedere la mucca su una sedia mettendole due mollette agganciate con una catena sui capezzoli causandole un fortissimo dolore, talmente forte che non aveva mai provato nulla di così in vita sua. Prende la canna di bambù e iniziare a dare colpi sul culo della mucca, infierendo poi anche sulle cosce, sulle tette e sotto le piante dei piedi dicendole che se avesse sentito dei lamenti l’avrebbe punita in modo ancora più pesante.
Laura poi porta Carla la mucca nel bagno vicino alla cantina. La obbliga a mettere la destra dentro il water inserendo quindi una cannula nel culo per farle un clistere. La mucca sente entrare il liquido caldo dentro il culo iniziando a urlare come una pazza per il dolore. Sentendo questi lamenti finito il clistere le mette un plug in culo e comincia di nuovo a colpirle il culo con la canna di bambù. Carla la mucca ormai sente l’intestino scoppiare e Laura le permette di liberarsi.
Ora Laura rimette il plug nel culo della mucca, inserisce nella figa un grosso cazzo di gomma, sente che Carla la mucca sta per venire. Laura toglie il cazzo di gomma e la mucca squirta come una matta, poi toglie il plug imponendole di leccarlo bene.
Come ultima umiliazione le impone di tornare a casa in quello stato che puzzava di piscio e umori in modo inverecondo, per una signora come lei fu un umiliazione come mai non ne aveva ricevute in vita sua.